EPICONDILITE: GOMITO DA TENNISTA
COS’E’ L’EPICONDILITE?
L’epicondilite è una sindrome dolorosa localizzata all’epicondilo laterale (ovvero sull’esterno del gomito), spesso secondaria il più delle volte a una serie di microtraumi ripetuti che si sono verificati a livello dei tendini dei muscoli estensori del polso e della mano, in corrispondenza della loro inserzione prossimale sull’epicondilo, con conseguente degenerazione tendinea.
Anche lo svolgimento di attività inusuali per il paziente, oltre a una sindrome da ipersollecitazionepossono rappresentare fattori determinanti nella genesi di tale patologia. Questo può avvenire per lavoro o per sport; proprio per questo viene comunemente chiamata gomito del tennista.
QUALI SONO I SINTOMI?
Il sintomo è dolore alla regione esterna del gomito che può anche irradiarsi lungo l’avambraccio e risvegliato nei movimenti di estensione e supinazione. Tipicamente il dolore lo si può avvertire semplicemente con gesti comuni come girare una chiave, una lampadina, o stringere la mano. Tipica è anche la sensazione di debolezza dell’avambraccio e del braccio.
L’esame clinico del vostro ortopedico può portare al sospetto diagnostico di epicondilite che verrà confermata da una ecografia che dimostrerà il grado d’infiammazione dei tendini.
COSA SI PUO FARE PER CURARLA?
L’approccio di cura è sicuramente conservativo e la fisioterapia riveste un ruolo di primaria importanza.
La riabilitazione nell’epicondilite si articola in tre fasi:
Nella prima fase (acuta) l’obiettivo principale consiste nel ridurre l’infiammazione e il dolore a livello muscolare. I metodi consigliati per il trattamento del dolore e dell’infiammazione sono:
- Riposo
- trattamento farmacologico
- Crioterapia, con applicazione della borsa del ghiaccio per un tempo max di 15 minuti. Ripetere l’applicazione dopo 20 minuti, per almeno tre volte.
- Massaggio Trasverso Profondo sulle inserzioni tendinee dei muscoli coinvolti.
- Tecarterapia in modalità Resistiva sulle inserzioni tendinee, ed in modalità Capacitiva lungo le fasce dei muscoli interessati.
- Laserterapia per lo spiccato effetto antalgico, antinfiammatorio e biostimolante.
- Altri mezzi fisici: ultrasuoni, onde d’urto o ipertemia possono essere appropriate a seconda dei casi. È importante in questa prima fase evitare movimenti dolorosi e di sovraccarico del gomito.
La seconda fase (subacuta) prevede il potenziamento attivo e la ripresa dell’attività funzionale. Sia il potenziamento eccentrico, sia quello concentrico sono usati per i gruppi muscolari coinvolti.
Verso la fine di questa fase possono essere gradualmente riprese attività sotto sforzo se non compare dolore.
L’obiettivo della terza fase (finale) è il ritorno all’attività sportiva agonistica o precedentemente eseguita dal paziente. Questo obiettivo si raggiunge incrementando gli esercizi di potenziamento e di resistenza con completa articolarità.
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